Arrigoni e l'Omicidio di via Vitruvio by Dario Crapanzano

Arrigoni e l'Omicidio di via Vitruvio by Dario Crapanzano

autore:Dario Crapanzano [Crapanzano, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Noir italiano
editore: emmebooks
pubblicato: 2016-02-03T16:00:00+00:00


10.

Uno scalpitante Di Pasquale accolse il commissario al suo rientro chiedendo di essere ricevuto immediatamente. Ai due si unì l'ispettore Giovine, appena tornato dal positivo incontro con la pagella del figlio.

«Allora, Di Pasquale, cos'è tutta questa urgenza? Lo sa che abbiamo un sacco di cose da fare... noi! Spari!»

«Non so se ho battuto un record, ma mi manca un niente a risolvere il caso della rapina all'amico Nazzari. È stato fondamentale l'aiuto di Schiaccitano e, con il vostro permesso, vorrei che partecipasse alla riunione».

«Permesso accordato, lo faccia entrare. Cavoli! ci ha messo solo due giorni» commentò sbigottito Arrigoni, «ma come san Tommaso, finché non tocco con mano non ci credo. Mi racconti tutto per filo e per segno».

Di Pasquale non si fece pregare, aprì il taccuino e iniziò il suo resoconto.

«Il primo ragionamento è stato all'insegna del buon senso, seguendo il metodo che lei mi ha insegnato. Bisognava partire dal ricettatore. Considerato il valore della merce sottratta, la nostra pesca non poteva accontentarsi di un pesce piccolo. Ci siamo immediatamente attivati, di persona e attraverso la nostra rete di informatori, consultando anche alcuni gioiellieri della zona, e abbiamo ristretto la cerchia a tre nomi. Ma qual era quello giusto?»

«A me lo chiede?» rispose Arrigoni, aprendosi un varco nella nuvola di fumo prodotta da sigaro e sigarette. «Va bene ispirarsi al mio buon senso, ma non mi copi anche le pause, se no le chiedo di pagarmi i diritti d'autore!»

«Stavo solo parlando a me stesso, non volevo fare spettacolo» rispose Di Pasquale, così infervorato nella sua esposizione da non essersi nemmeno accorto che si trattava di una battuta. «Per arrivare al ricettatore giusto, siamo partiti dai gioielli, di cui il derubato ci aveva fornito lungo e dettagliato elenco, anche fotografico».

Il particolare finale provocò l'intervento del commissario:

«Si vede che è il momento delle indagini a base di fotografie, ma questo non c'entra, continui Di Pasquale».

«Ed ecco l'idea. Una mia amica, Giulia Morandi, insegnante alle medie ma appassionata di romanzi polizieschi, ha un fratello, Renato, che possiede una gioielleria a Varese. Non fate quelle facce furbe, è una simpatica ragazza, ma tutt'altro che carina, perciò nessun secondo fine, almeno da parte mia. Le ho chiesto se si prestava a collaborare a un'indagine di polizia, senza rischi né pericoli... più o meno. Lei ha accettato con entusiasmo, e l'ho spedita subito dai ricettatori, perché la merce che scotta fa presto a prendere il volo!»

«A chiedere se avevano in casa i gioielli rubati?» chiese Giovine, tanto per non essere da meno con le battute.

«Pure lei ci si mette, ispetto'! L'amica, raccomandata da persona nota nell'ambiente... che ci doveva qualche favore, si è presentata dai trafficanti con precise descrizioni del tipo di gioielli che le interessavano, garantendo che i suoi clienti sarebbero stati ben lieti di acquistare la merce a buon prezzo senza fare troppe domande. L'astuta ragazza ha aggiunto che, in laboratorio, suo fratello era in grado di modificare e rendere irriconoscibile la refurtiva».

«Uno dei tre, tale Marco Annoni, rassicurato da una telefonata di conferma



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